È l’una e ventinove minuti. Di notte, ovviamente. Poiché di quel poco che scrivo, di giorno non scrivo mai nulla. Almeno per la brutta copia, che scrivo a mano. Ora, invece, che sono al pc per la bella, è il giorno dopo e giorno fatto.
Amo la vita. La notte, il giorno, ma in particolare il principio di tutto, l’alba.
Ora.. che mi leggi, e che scrivo ricercando brevità e sintesi penso che adoro anche la fotografia. A parte un più o meno breve recente corso, sono digiuno di qualsiasi formazione fotografica. Totalmente autodidatta insomma. In compenso, dall’età di circa sedici anni,
tra macchine fotografiche prevalentemente analogiche, ho avuto ed ho la fortuna di poter fotografare in generale molto, in particolare Roma. Mia città natale nel 1976.
Mi sono e sono sempre stato considerato un solitario. E nonostante una famiglia e amici cui devo molto ciò non mi ha purtroppo precluso l’esperienza umana di qualche incidente di percorso. Ma ormai tanti anni fa. Ora finalmente parlo. Ma, mi dicono.. anche troppo a volte. La fotografia invece è sintesi. È intuizione, costruzione e definizione di un singolo attimo. E forse, oltre che attimo, è stata ed è per me come un secondo cuore, battito. Ha battuto e detto di e per me quando non parlavo mai. Mi sintetizza ora che invece, a volte, parlo o scrivo troppo. Tanto che ho infine deciso, da che ne parlavo molto in dettaglio, di lasciare che le mie foto ad eccezione di quello di cui sopra o poco
altro, se hanno come spero qualcosa da dire, parlino da sé.
